Infezione acuta e cronica
Il decorso clinico dell’epatite acuta da HDV varia a seconda della modalità di infezione.
La coinfezione da HBV/HDV ha un decorso quasi sempre acuto e, in più del 90%-95% dei casi, si risolve spontaneamente, con l’eliminazione di entrambi i virus7,9, anche se in circa il 5% dei casi può degenerare in epatite acuta grave, con potenziale rischio di cronicizzazione o evoluzione in un decorso fulminante (in non più del 2% negli individui adulti10).
Nei pazienti con coinfezione HBV/HDV, le manifestazioni cliniche sono tipicamente causate dall’epatite B, con la comparsa dei di marcatori specifici per l’epatite Delta11. Se la quantità del virus dell’HDV è contenuta, la gravità della malattia è sostanzialmente determinata dalla sola infezione da HBV.
Quando invece la quantità del virus dell’HDV è elevata, la malattia è severa e talora fulminante. In questo caso la risposta anticorpale è completa12. Nella maggioranza dei casi con manifestazione clinica evidente, si tratta di epatiti di severità medio-grave13.
Nelle forme clinicamente intermedie la risposta anticorpale è spesso relativamente lenta, con un anticorpo di tipo IgM anti-HD che può comparire giorni o settimane dopo l’esordio dell’epatite e uno di tipo IgG anti-HD che si sviluppa durante la convalescenza. Per questo motivo, di fronte ad un paziente con un episodio di epatite HBsAg positiva, è opportuno ricercare ripetutamente l’anti-HD al fine di escludere o dimostrare con certezza la coinfezione.
Nei casi di superinfezione da HDV, si registra invece una cronicizzazione dell’infezione in almeno il 90% dei pazienti2. Un’infezione da HDV è definita cronica quando il test HDV-RNA rimane positivo per più di 6 mesi15.
Nei pazienti con superinfezione, le manifestazioni cliniche sono molto diverse e dipendono dalla situazione di partenza del paziente. Nel caso in cui l’infezione da HBV non fosse già stata diagnosticata, la superinfezione può essere erroneamente confusa per un’epatite B acuta, a causa della positività dell’HBsAg16. In maniera simile, per effetto della permanenza dell’HBsAg nel periodo successivo, l’epatite da HDV può essere erroneamente confusa per un’epatite B che cronicizza.
Nel caso invece di un portatore asintomatico noto, il quadro clinico può presentare le caratteristiche di un’epatite a se stante, spesso interpretata in passato come non A-non B. Un’altra eventualità è quella del paziente affetto da epatite cronica di tipo B nel quale un episodio acuto di epatite da HDV può essere scambiato per un’improvvisa riacutizzazione della malattia sottostante17.
Quando l’infezione da HBV/HDV cronicizza (in circa il 90% dei pazienti con superinfezione e in parte del 5-10% dei pazienti con coinfezione che manifestano patologia severa), i pazienti possono essere asintomatici o avere sintomi aspecifici di affaticamento, malessere e anoressia3. Tuttavia, generalmente, è stato osservato che i pazienti con infezione cronica da HBV/HDV manifestano una malattia epatica significativamente peggiore rispetto a quelli con mono-infezione cronica da HBV18,19.
I pazienti con coinfezione cronica da HBV/HDV hanno infatti una progressione accelerata verso la cirrosi, un maggior rischio di scompenso, sono a maggior rischio di sviluppare un epatocarcinoma (HCC), hanno maggiori probabilità di subire un trapianto di fegato e sono a maggior rischio di mortalità 19-29.
I principali predittori di esiti peggiori nell'HDV cronico sono la cirrosi all’esordio di malattia, l'età, il sesso maschile, l'infezione da HDV di genotipo 1, il paese di origine e la positività per le IgM anti-HDV sieriche30-34.
Le informazioni fornite sono state elaborate ed integrate a partire da un documento di consenso sull’epatite Delta, "EPATITE DELTA Fotografia della patologia e presa in carico dei pazienti"sviluppato da un gruppo di esperti clinici, ed adattate per una più ampia diffusione e comprensione di tutti gli interessati.
Documento scaricabile online qui
https://www.pharmastar.it/binary_files/focus_on/Focus_on___Epatite_delta_05_54702.pdf
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