Domande frequenti
Qual è la differenza tra coinfezione e superinfezione da HDV?
Per coinfezione si intende la contemporanea infezione da virus dell’HBV e dell’HDV; per superinfezione, invece, viene intesa l’infezione da virus dell’HDV in un soggetto che è già affetto da epatite cronica B (HBV).
È possibile trasmettere l’epatite delta attraverso la saliva, ad esempio con un bacio?
Le modalità di contagio dell’HDV sono le medesime dell’HBV, ovvero sangue e fluidi corporei come sperma e fluidi vaginali. Non è riportato alcun caso o prova di contagi attraverso saliva.
Un tatuaggio in ambiente e con strumenti non sterilizzati può essere considerato un evento a rischio di contagio?
Assolutamente sì. Queste pratiche, al pari di trattamenti estetici con strumenti affilati e appuntiti o piccoli interventi odontoiatrici non sterilizzati possono esporre a contagio da agenti infettivi come quelli delle epatiti virali. Se si sono avuti eventi di questo tipo, si consiglia di effettuare test specifici per le infezioni come HBV, HCV, HIV.
Se sono affetto da HBV e ho avuto un rapporto non protetto a rischio, è opportuno che esegua il test per l’HDV? E se sì, quanto tempo devo aspettare per poter eseguire un test per l’HDV che sia attendibile?
Attualmente non esiste una indicazione specifica per l’esecuzione del test dell’HDV in funzione di taluni eventi piuttosto che di altri; in linea generale, è consigliabile avere rapporti protetti in caso di infezione da HBV ed in assoluto, in caso di rapporti a rischio. Nel caso specifico dell’HDV, il test è da prendere in considerazione solo ed esclusivamente in soggetti con infezione cronica da HBV o in soggetti non immunizzati. In questi casi, generalmente il test viene eseguito o suggerito in presenza di manifestazioni cliniche insolitamente gravi oppure quando si riscontra un acuirsi dell’infezione nell’ambito di un’epatite B di tipo cronico, ricercando gli anticorpi anti-epatite D. I test possono essere eseguiti immediatamente al manifestarsi di tali eventi. La mancata positività agli anticorpi tuttavia non è sempre sufficiente ad escludere l’infezione; l’utilizzo di test per la determinazione dell’antigene HDsAg è limitata agli stadi precoci dell’infezione; la certezza è infine data dagli esami per la ricerca dell’HDV-RNA.
Una persona positiva agli anti-HDV (anticorpi contro epatite Delta) è affetto da epatite cronica delta?
La positività agli anticorpi indica solo un contatto con il virus. Per accertare un’eventuale positività al virus e quindi una possibile epatopatia cronica da HDV è necessario innanzitutto tenere presente che:
- Solo chi ha un’infezione attiva da HBV può contrarre l’epatite cronica Delta
- Solo chi non è stato vaccinato per l’HBV o non è immune per una pregressa infezione da HBV eliminata spontaneamente può contrarre l’HDV
Una persona affetta da epatite cronica B, in presenza di un peggioramento rilevante e misurabile delle condizioni fibrotiche e/o generali, dovrebbe sottoporsi alle indagini per la rilevazione dell’HDV?
L’infezione da HDV, in pazienti con HBV, causa, in molti casi, un insolito aggravarsi della patologia epatica. In tali casi, è opportuno eseguire una serie di indagini per comprenderne la causa, ivi inclusa l’indagine per la rilevazione dell’HDV.
Una mamma affetta da epatite delta, può trasmettere l’infezione al nascituro?
È possibile. In questi casi occorre essere seguiti da un epatologo/infettivologo oltre che dal ginecologo. La profilassi per l’HBV, in ogni caso, agisce indirettamente anche per l’HDV essendo quest’ultimo un virus che necessita della presenza dell’HBV per cronicizzare.
Durante la gravidanza ci sono controlli per l’infezione da HBV/HDV?
E’ obbligatorio per legge lo screening per HBsAg di tutte le donne gravide nel corso del terzo trimestre di gestazione. Nel caso di positività, i fattori che aumentano il rischio di infezione al nascituro, sono la comparsa di epatite acuta nella fase terminale della gravidanza, il parto durante il periodo di incubazione materna del virus e la presenza dell'antigene HBe nelle madri portatrici croniche.
Come si riduce il rischio di infezione alla nascita, se la madre ha l’epatite B?
Il trattamento dei neonati di madre HBsAg positiva consiste nella immunizzazione passiva (somministrazione di immunoglobuline) ed in quella attiva (somministrazione del vaccino specifico). L’associazione di queste due immunizzazioni ha buona efficacia del 90-95% nel prevenire la trasmissione perinatale della malattia al neonato.
Esiste un vaccino per l’HDV?
Attualmente non è disponibile alcun vaccino per l’epatite Delta. Tuttavia, dal momento che l’infezione può cronicizzare solo ed esclusivamente in presenza del virus dell’HBV e della epatite B cronica, la vaccinazione per quest’ultima previene automaticamente anche il rischio di contrarre l’epatite delta.
Ci sono degli esami specifici da fare dopo aver fatto anti-HDV e sono usciti positivi?
Se sei positivo agli anti-HDV non vuol dire necessariamente tu abbia infezione. Innanzitutto, se sei vaccinato per l’HBV o immune per una pregressa infezione eliminata spontaneamente, NON puoi ammalarti di epatite Delta, dal momento che l’infezione cronicizza solo in persone con epatite B cronica. Nel caso tu abbia l’epatite B e risulti positivo agli anti-HDV (anticorpi contro l’epatite Delta), per stabilire se sei affetto o meno da epatite Delta è necessario eseguire esami per la rilevazione diretta del virus, ovvero l’HDV-RNA. In alcuni contesti in cui tale esame non è disponibile, potrebbe essere utilizzato anche un test per la rilevazione dell’antigene dell’HDV, la cui sensibilità ed affidabilità è comunque inferiore a quella dell’HDV-RNA.
In caso di un evento a rischio contagio: quale test per Epatite Delta devo fare? Quanti giorni dopo l’evento a rischio? In caso di negatività, va ripetuto dopo quanti giorni?
Il test per l’HDV è da prendere in considerazione solo ed esclusivamente in soggetti con infezione cronica da HBV o in soggetti non immunizzati. In questi casi, generalmente il test viene eseguito o suggerito in presenza di manifestazioni cliniche insolitamente gravi oppure quando si riscontra un acuirsi dell’infezione nell’ambito di un’epatite B di tipo cronico, ricercando gli anticorpi anti-epatite D. I test possono essere eseguiti immediatamente al manifestarsi di tali eventi. Generalmente il primo test eseguito è quello alla ricerca degli anticorpi anti-HDV; la mancata positività agli anticorpi, tuttavia, non è sempre sufficiente ad escludere l’infezione. L’utilizzo di test per la determinazione dell’antigene HDsAg è limitata agli stadi precoci dell’infezione; la certezza è infine data dagli esami per la ricerca dell’HDV-RNA.
Ho l’epatite Delta, da chi posso farmi seguire?
Se sei affetto da epatite Delta vuol dire che sei affetto anche da epatite B. In questi casi è necessario che tu sia seguito da un clinico specialista, indicativamente specializzato in malattie infettive e/o in malattie del fegato (epatologo).
Come posso sapere che danno ho al mio fegato?
La definizione dello stato di fibrosi del fegato può essere eseguito con una serie di metodiche, alcune invasive altre non invasive. Tra queste ultime una delle più utilizzate negli ultimi anni è rappresentata dal Fibroscan, una strumentazione simile ad un ecografo in grado di rilevare lo stato di rigidità e quindi fibrosi del fegato. L’ecografia dell’addome non è generalmente un esame indicato per la valutazione della fibrosi, ma viene eseguito per una valutazione dello stato di ingrossamento del fegato e/o per la rilevazione di eventuali formazioni come noduli e/o sospetti tumori epatici. Metodica più invasiva è rappresentata dalla biopsia epatica che, tuttavia, proprio per la sua invasività, è limitata in casi in cui il medico ritenga necessario ed utile eseguirla. Ulteriori metodiche per stabilire il grado di fibrosi si basano sull’utilizzo di punteggi elaborati sulla base di alcuni parametri, come ad esempio livello di piastrine, ALT/AST, GammaGT, ecc.
Chi è affetto da epatite Delta deve fare sempre terapia e che terapia è disponibile?
Ad oggi, non esiste ancora un trattamento efficace per i pazienti affetti da HDV. La terapia si basa ancora sull'interferone alfa (IFNα) che è stato introdotto empiricamente nella pratica clinica più di 30 anni. Nei prossimi mesi è tuttavia atteso l’arrivo di tre nuove interessanti strategie terapeutiche per i pazienti affetti da Epatite Delta: l’interferone lamba, Bulevirtide, Lonarfarnib. Per maggiori dettagli si rinvia alla sezione specifica.
Ho l’Epatite Delta, ho diritto ad un’esenzione per la patologia?
Tutti i pazienti affetti da epatite virale hanno diritto all’esenzione; l’esenzione generale per malattie epatiche è la 016 e nel caso di epatite da virus dell’HDV, l’esenzione specifica è la 016.070.33. Inoltre, se sei affetto da epatite delta vuol dire che sei affetto anche da epatite b cronica, per la quale hai diritto all’esenzione 016.070.32. Se non ne sei provvisto, consulta il tuo specialista per avviare la richiesta di esenzione.
Come si chiamano tutti gli esami specifici per sapere se ho l’Epatite Delta?
Gli esami per la rilevazione dell’HDv si possono dividere in due gruppi:
- Prima linea: esame per la rilevazione degli anticorpi anti-HDV (per limiti e dettagli, si rinvia alla sezione specifica)
- Seconda linea: esame per la ricerca dell’Antigene dell’HDV (per limiti e dettagli, si rinvia alla sezione specifica), HDV-RNA (per i dettagli, si rinvia alla sezione specifica)
Le informazioni fornite sono state elaborate ed integrate, a partire da un documento di consenso sull’epatite Delta, "EPATITE DELTA Fotografia della patologia e presa in carico dei pazienti" sviluppato da un gruppo di esperti clinici, ed adattate per una più ampia diffusione e comprensione di tutti gli interessati.
Documento scaricabile online qui
https://www.pharmastar.it/binary_files/focus_on/Focus_on___Epatite_delta_05_54702.pdf
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