Malattie epatiche, le novità dall'EASL 2019. Online il Quaderno di Pharmastar

L’International Liver Meeting, incontro annuale dell’Associazione Europea Studio Fegato (EASL), quest’anno si è svolto a Vienna dal 10 al 14 aprile. Il congresso ha visto la partecipazione di oltre 1800 persone impegnate nel discutere sulle novità in tema di malattie epatiche nelle 50 sessioni del meeting, improntate a migliorare il trattamento e la gestione delle patologie del fegato nella pratica clinica.
La steatoepatite non alcolica (NASH) è stato il topic più discusso; è una patologia che colpisce sempre più giovani e la cui diagnosi troppo spesso arriva tardivamente, quando ormai i danni a livello epatico sono in stadio avanzato.
Dagli studi presentati emerge soprattutto la necessità di identificare precocemente i pazienti. A oggi, non esistono farmaci approvati per questa malattia, ma la ricerca è molto attiva e in diverse relazioni, sono stati presentati i dati di molecole in varie fasi di sviluppo clinico. Tra quelle più promettenti troviamo l’acido obeticolico, che ha presentato nuovo dati di fase III e che rimane, pur con qualche limite, il solo farmaco ad aver superato la fase III, e il VK2809, che in fase II ha mostrato di ridurre significativamente i livelli di grasso epatico.
Negli ultimi mesi alcuni farmaci per la NASH hanno fallito in trial clinici avanzati e i team di ricerca, come anche le aziende farmaceutiche, stanno ora puntando a terapie di associazione per agire a vari livelli della malattia.
Nel corso del meeting si è continuato a parlare di epatite C, in particolar modo sono stati presentati i risultati di analisi real life sulle combinazioni di antivirali ad azione diretta che mostrano come oggi, anche in pazienti cirrotici, dializzati, e in trattamento con oppioidi sia possibile raggiungere la risposta virologica sostenuta e quindi guarire dall’ infezione.
Ampio spazio è stato dedicato all’epatite B, con la presentazione di nuovi dati sul tenofovir alafenamide (TAF) e sulla sicurezza dello switch dal ‘vecchio’ tenofovir (disoproxil fumarato) al TAF. Il futuro del trattamento di questa infezione, e quindi la cura funzionale, sarà ottenibile probabilmente attraverso farmaci costruiti con la tecnologia dell’RNA interference. A questo proposito, sono stati annunciati i risultati positivi di uno studio di fase I/II sulla molecola AROHBV1001.
Alcune sessioni si sono focalizzate sulla porfiria epatica acuta, malattia genetica caratterizzata dalla deficienza di uno degli enzimi coinvolti nella biosintesi dell’eme. Durante il congresso sono stati presentati importanti dati relativi al farmaco sperimentale givosiran, basato anch’esso sulla tecnologia dell’RNA interference, che ha raggiunto l’endpoint primario di riduzione degli attacchi di porfiria rispetto al placebo e una riduzione significativa di una delle principali cause, l’acido aminolevulinico urinario.
Tra i fattori di rischio di malattie epatiche gli esperti si sono ampiamente confrontati sugli inquinanti, sia per quanto riguarda lo sviluppo di patologie epatiche autoimmuni che di alcune forme di tumori epatici primitivi.
In questo speciale abbiamo riassunto le principali novità presentate al congresso arricchendole con immagini, box, foto e video. Buona lettura!
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Fonte: pharmastar.it