Epatite E: presentati in ISS i dati del sistema epidemiologico integrato dell’ epatite virale acuta

Dal 2007 al 2019 sono stati registrati in Italia 357 casi di Epatite E (280 maschi e 70 femmine) tra cui 253 casi autoctoni e 104 casi importati.
Lo evidenziano i dati presentati dal Sistema di Sorveglianza dell’ISS(SEIEVA) presentati in ISSnell’ambito del Workshop del Centro Nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie 2016 (CCM) del Ministero della Salute sul Progetto “Epatite E, un problema emergente in sicurezza alimentare: approccio One Health per la valutazione del rischio”.
Il Progetto CCM è stato sviluppato con il Dipartimento Attività Sanitariee Osservatorio Epidemiologico della Regione Siciliana e il coordinamento scientifico dell’Istituto Superioredi Sanità per incrementare le conoscenze sulla diffusione del Virus HEV attraverso informazioni trasversali provenienti dagli studi sulla virologia ambientale, veterinaria e alimentare.
I dati confermano che la maggiore causa di infezione da Epatite E– afferma la Dottoressa Maria Elena Tosti del Centro Nazionale Salute Globale (ISS) – proviene dal consumo di alimenti considerati a rischio come i frutti di mare crudi o poco cotti (21,08%) carne di maiale cruda o poco cotta (68,6 %) salsicce di maiale (69,9%), carne di cinghiale cruda o poco cotta (14,5%), salsicce di cinghiale (40,0%) e altra selvaggina (23%) e che solo il 31,1 % riguarda i contagi provocati da viaggi in zone endemiche.
L’OMS stima che annualmente siano 20 milioni le infezioni nel mondo con 3 milioni di casi acuti e circa 60.000 morti l’anno, un trend in aumento anche a livello europeo per quanto riguarda le infezioni autoctone.
Fonte: salutedomani.com