Epatite Delta (Hdv): come gestire l’infezione all’interno della famiglia?

Nella (breve) fase che intercorre tra la diagnosi dell’infezione da Hdv e l’inizio della terapia antivirale, i pazienti manifestano uno spaesamento che è il frutto delle (tante) paure che attanagliano la mente. Detto dei timori che riguardano il rischio di vedere progredire la malattia, ce ne sono altri che afferiscono alla sfera sociale.
Come comunicare la notizia – e gestire il problema – con i propri contatti più stretti?
La paura di trasmettere l’infezione agli affetti più cari
Un aspetto reso noto dalle interviste ai pazienti Umberto e Antonella, in grado di parlare di questi aspetti oggi che la loro malattia è sotto controllo. E ribadito da Massimiliano Conforti (EpaC Onlus), dall’alto dell’osservatorio della principale associazione che segue i pazienti alle prese con un’epatite cronica.
Di quali suggerimenti hanno bisogno allora i malati per convivere al meglio con l’infezione dell’epatite Delta?
“Nella iniziale reazione alla diagnosi, va anche considerata la paura di trasmettere il virus ai familiari e alle persone che vivono a stretto contatto”, afferma Teresa Santantonio, direttore dell’unità operativa complessa di malattie infettive dell’azienda ospedaliero-universitaria di Foggia.
“Il timore di infettare gli altri è forte soprattutto forte quando le persone che convivono sono già infettate dal virus B. In simili circostanze i pazienti tendono a sentirsi come untori e a isolarsi”.
Le preoccupazioni più comuni tra i pazienti
I bisogni di informazione, dei pazienti come spesso anche dei caregiver, non sempre sono soddisfatti.
Gli studi condotti in questo ambito non sono molti. Ma un primo lavoro condotto negli Stati Uniti e pubblicato nel 2020 sulla rivista Preventing Chronic Disease ha messo nero su bianco quella che è l’esperienza comune a tutti i clinici che si occupano di epatite Delta.
Quali rassicurazioni è possibile fornire allora a riguardo? “Discutere le modalità di trasmissione del virus Delta è fondamentale per rendere il paziente consapevole delle pratiche associate al rischio di infezione e delle precauzioni necessarie per evitare il contagio di altre persone”, aggiunge l’esperta, che è anche docente ordinario di malattie infettive dell’ateneo pugliese.
Se i bisogni clinici sono noti, dal rafforzamento dello screening all’accentramento della gestione di questi pazienti in centri ad alta esperienza, molta strada da compiere c’è anche sul fronte del counseling.
Hdv: i consigli per evitare nuovi casi di infezione
Ancora Santantonio: “Tutti i conviventi di una persona con diagnosi di infezione Delta, se non già testati, devono eseguire lo screening per il virus dell’epatite B. Coloro che risulteranno mai esposti vanno se necessario vaccinati, così da essere protetti anche nei confronti del virus D. Al contrario, i conviventi che mostrano una pregressa esposizione al virus B vanno testati per l’Hdv. E, se negativi e quindi suscettibili all’infezione, devono rispettare tutte le misure di prevenzione della trasmissione del virus”.
Il virus Delta si trasmette efficientemente per via parenterale e sessuale. “Pertanto il paziente con infezione deve evitare la condivisione di oggetti potenzialmente infetti: come siringhe, rasoi, forbici ed evitare rapporti sessuali non protetti – conclude la specialista -. Il paziente delta dovrebbe inoltre comunicare la propria condizione agli operatori sanitari prima di qualunque metodica invasiva: sia diagnostica sia terapeutica”.
Fonte: aboutpharma.com