Alcohol Prevention Day: in Italia 8,6 milioni bevitori a rischio
Di questi il 23% circa sono maschi e il 9% femmine, tra i quali oltre 2,7 milioni anziani (65-75 anni) e 700mila minori e adolescenti (con particolare aumento delle ragazze). Sono alcuni dei dati diffusi stamattina dall’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, contenuti nella Relazione al Parlamento del Ministro della Salute, in occasione dell’alcohol Prevention Day 2019.
I numeri sono sconfortanti: non si arresta la tendenza al bere sino ad ubriacarsi che caratterizza il 12 % circa della popolazione maschile e il 3,5 % di quella femminile, con circa 4 milioni di binge drinkers e 39.000 accessi registrati in Pronto Soccorso per intossicazione etilica. Diminuiti dallo scorso anno gli alcoldipendenti in carico ai servizi, circa 68.000, meno degli attesi, il 27 % sono nuovi utenti. Secondo il rapporto dell’ISS, a fronte di una diminuzione degli astemi, crescono, complessivamente, i consumatori (poco oltre il 65 %), specie occasionali (45 % circa) e fuori pasto (30 % circa) e non diminuiscono i consumi medi pro-capite (7,5 litri anno che diventano 12 litri se riferiti esclusivamente a chi dichiara di consumare, 16 lt per i maschi, 5,7 per le femmine). Rimangono, purtroppo invariati, ormai da anni, i 17.000 decessi annuali totalmente e parzialmente legati all’alcol con mortalità da alcol in aumento nel 2016 per cirrosi epatica (5209 decessi), che riconosce nell’alcol la causa di oltre il 67 % dei casi spiazzando la causa virale, e massima per il cancro (7852 decessi stimati)
“Il consumo rischioso e dannoso di alcol – commenta Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol e del centro OMS dell’ISS – continua a connotarsi in Italia per un impatto sanitario e sociale sempre più preoccupante per milioni d’individui di tutte le fasce di età e si manifesta attraverso un ricorso ai servizi e alle prestazioni sanitarie che in termini di costo rappresentano solo una parte dei 25 miliardi di euro l’anno stimati dall’OMS che in Italia la società paga anche a fronte di problematiche sociali sottostimate, legate all’assenteismo, alla perdita di lavoro e produttività, agli atti di violenza, ai maltrattamenti che sfuggono alla stigmatizzazione sociale per la scarsa consapevolezza dei rischi per la salute a fronte di una rilevante serie di conseguenze a breve, medio e a lungo termine”.
Secondo il rapporto, i giovani, insieme agli anziani e alle donne rappresentano un target di popolazione solo parzialmente tutelata pur estremamente vulnerabile al consumo di alcol che risulta per minori, adolescenti e giovani adulti la prima causa di mortalità, morbilità e disabilità per incidentalità stradale oltre che per tumori, cirrosi epatica e malattie cardiovascolari per il resto della popolazione. Ancora insufficienti in Italia le risposte di salute pubblica, permangono, infatti, forti carenze di formazione dei medici sull’identificazione precoce (IPIB) e resta ancora elevata (oltre il 90 %) la quota di consumatori richiedenti un intervento per il consumo dannoso da alcol, non intercettati con conseguente diminuzione osservata degli alcoldipendenti che giungono in carico dai servizi del SSN.
Rita Lena
Fonte: romadailynews.it